Usanze e incontri dello Sri Lanka che ci hanno reso diversi
- ariannaaloi
- 23 set 2024
- Tempo di lettura: 6 min
1. La Tradizione dei piedi scalzi

Siete mai stati in un tempio Buddhista? Noi mai prima di arrivare in Sri Lanka e la nostra prima volta è stata davvero sorprendente. Appena arrivati al Tempio d’oro di Dambulla, ciò che ci ha più sorpreso è che tutti lo frequentano: famiglie, gruppi di amiche e amici, coppie giovani e tanti bambini. Arrivano in massa con i pullman e corrono verso l’albero al centro della grande piazza.
Lì tutti e tutte lasciano le loro scarpe, hanno in mano dei fiori viola e li donano alla statua di Buddha, si piegano in silenzio e pregano. Non avevo mai assistito a una scena tanto toccante dal punto di vista spirituale. Un’intera comunità si piega al loro Dio senza severità ma con un comune senso di rispetto. Il tempio è all’ aperto e che tu sia o no Buddhista per loro non conta, sei benvenuto nella loro casa sicura e questo lo si percepisce immediatamente grazie al loro sorriso e la loro ospitalità. Sapevamo di essere “intrusi” in quel momento per loro così profondo ma non era un problema, nei loro occhi vivi c’era gioia e stupore nel vederci.
Erano felici e anche noi lo eravamo. Abbiamo deciso di toglierci le scarpe per rispetto delle loro tradizioni e mentre

salivamo verso altri templi che si trovano più in alto dentro ad una grotta (Templi rupestri), una gentile signora ci ha chiesto se volevamo comprare un po' di mango. Era buonissimo e le scimmie lo sapevano, infatti sono accorse in massa e ci hanno circondato in attesa del pranzo. Noi siamo stati molto altruisti anche perché, come si fa a dire di no alle scimmie?
2. I cani randagi
Qui in Sri Lanka, come in Marocco, è pieno di cani randagi, quasi tutti hanno zecche e pulci, mi fanno una gran tenerezza perché si mordicchiano violentemente per cercare di interrompere quel fastidio. A volte tentano così disperatamente da staccarsi la pelle. Tutti i cani randagi che abbiamo incontrato erano buoni e amichevoli, sembrava avessero scritto in faccia “prendimi e portami con te”. Marco dedicava del tempo a tutti quelli che ci si avvicinavano, erano felici, probabilmente volevano del cibo ma molto spesso volevano compagnia. E’ incredibile come si fondano con la gente del posto, hanno gli stessi modi di fare, sono accoglienti e allegri. Molto spesso vivono in branco e occupano un determinato territorio delimitato da confini invisibili che loro conoscono molto bene. Bisogna fare attenzione in macchina perché loro dormono in mezzo alle strade. Alcuni di loro si avvicinano alle macchine e abbaiano, altri con molta calma si spostano e ti lasciano passare, altri restano lì, in mezzo alla strada e ti osservano. Ci siamo chiesti se fosse un loro tentativo per smettere di soffrire. Vederli mi fa pensare a quanto siamo simili, gli stessi occhi tristi di quell’uomo vicino casa mia che vive sul ciglio della strada, la stessa ingordigia, lo stesso bisogno di aiuto, a volte, persino la stessa rabbia. Quando non abbiamo niente siamo animali e in quanto animali lottiamo per sopravvivere o per farla finita. Se solo tutti potessero vedere negli occhi di un cane randagio la stessa solitudine di un uomo che ha perso tutto e provare empatia e compassione, se solo tutti avessero il coraggio di pensare che quella stessa storia sarebbe potuta succedere a noi, allora forse il mondo, sarebbe un posto migliore.
Piccola nota: vedendo tutti questi cani per strada io e Marco abbiamo selezionato la prima colonna sonora del nostro viaggio. “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani
Ma il ritornello diventa:

C'è, che c'è
C'è che prendo un treno che va
A una cuccetta in città
Io mi prenderò il mio posto
E tu seduta lì al mio fianco
Mi dirai destinazione una cuccetta
Una cuccetta in città
3. Bimbi per strada
In Sri Lanka i bambini che vanno a scuola hanno delle divise. Le divise sono tutte uguali e le abbiamo riconosciute in ogni luogo che abbiamo visitato. Le bambine indossano un vestitino bianco, i maschi un paio di bermuda neri e una polo bianca, tutti rigorosamente con scarpe da ginnastica nere. Passando con la macchina anche nei posti più incredibili, tra salite ripide e sentieri rocciosi abbiamo spesso incontrato gruppi di bimbe e i bimbi diretti verso la scuola. Solitamente camminano a lungo per raggiungere la fermata dell’autobus. Non sembrano essere scossi dalle lunghe distanze, sono abituati e dato che la loro presenza ci mette di buon umore, ogni volta che li vediamo abbassiamo il finestrino per salutarli.
A metà del nostro viaggio, abbiamo preso il famoso treno che attraversa le piantagioni di tè, un percorso straordinario durante il quale non si può fare a meno di stare tutto il tempo con la faccia fuori dal finestrino. Non avendo i posti a sedere assegnati, abbiamo passato gran parte del viaggio in piedi in un vagone di terza classe. Il vagone era super affollato e c’era un tizio con una grossa cesta sulle spalle che passava tra i sedili senza sosta a vendere snack locali. Gridava “Moriaaa” o qualcosa del genere. Alla fermata “Nuwara Eliya” sono salite decine di bambini con le loro divise. Erano allegri e gridavano ad ogni tunnel. Alcuni di loro chiedevano di potersi sedere sulle gambe delle persone sedute. Quattro ore di treno per raggiungere la scuola, forse si trattava di una gita, questo non lo sappiamo. Oltre a loro abbiamo incontrato tante altre scolaresche tra cui una completamente femminile con cui abbiamo fatto il bagno a Trincomalee. I bambini del posto sono molto curiosi, ovviamente non hanno apparati elettronici, giocano spingendosi o schizzandosi in acqua, parlano con tutti usando qualche termine in inglese imparato a scuola.
Spesso ci guardavano da lontano e si avvicinavano timidamente per farsi una foto con noi. Ci hanno fatto sentire speciali come tutti gli abitanti di questo luogo incredibile e soprattutto sono stati dei buoni compagni di viaggio. Hanno risvegliato in noi la voglia di giocare, ci hanno fatto dimenticare la stanchezza delle ore in piedi nel treno affollato, mi hanno fatto passare il mal di pancia con le loro risate allegre sulla spiaggia e ci hanno fatto tanto ridere. Tornata in Italia ho passato molto tempo a giocare con i miei nipoti e mentre ballavamo con i piedi scalzi sull’erba bagnata mi sono sentita leggera, come “guarita” da vecchi pesi, finalmente non più necessari.

In conclusione, questo luogo meraviglioso ci ha insegnato che la fede rende tutti uguali, che un uomo e un cane possono soffrire l'abbandono in egual misura. e che il sorriso di un bambino può riportarci al reale valore delle cose, quelle semplici, quelle necessarie.
Se anche tu deciderai di visitare questo posto meraviglioso ricorda di accorgerti di questi piccoli grandi dettagli, non ti sentirai in vacanza ma saprai di star vivendo un esperienza umana in grado di cambiarti la vita.
Se hai voglia di immergerti più a fondo nell'esperienza guarda i nostri video e seguici sul profilo Instagram.
Benvenut* nel fllow!
FAQDOVE COMPRO I BIGLIETTI PER IL TEMPIO D'ORO DI DAMBULLA? Ti consiglio di recarti direttamente in loco alla biglietteria dei templi rupestri. Da lì potrai procedere direttamente verso i Templi seguendo un lungo sentiero. Una volta visitati i templi nelle grotte prenderai un altro sentiero in discesa che ti porterà al Tempio D'oro dove l'ingresso è gratuito. n.b.
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COME FACCIO AD AVERE I POSTI A SEDERE SUL TRENO? I biglietti per il famoso treno che va tra le piantagioni vanno acquistati online sul sito ufficiale railway.gov.Ik con largo anticipo. |
Nel caso in cui il sito sia fuori servizio (raro ma ovviamente a noi è capitato) puoi comprare i biglietti in stazione andando lì due ore prima. Essendo un acquisto last minute noi abbiamo trovato i biglietti con i "posti panoramici" solo fino alla fermata di Nuwara Eliya. Dopo di che siamo dovuti scendere per poi risalire nel vagone di terza classe dove abbiamo viaggiato per tre ore in piedi. In questa occasione abbiamo conosciuto la vera cultura locale, chiacchierato con chi prende regolarmente quel treno e giocato con tantissimi bambini. Se potete, concedetevi una parte del viaggio oltre la seconda classe, vi assicuro che non ve ne pentirete! |






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